Per poter individuare un adeguato programma di prevenzione, è opportuno capire quali siano i meccanismi che causano le lesioni al LCA.

La maggior parte dei traumi vengono considerati come non contact injury, ovvero lesioni da non contatto (McNair, et al 1990), causate nella maggior parte dei casi dal simultaneo collasso in valgo del ginocchio, con rotazione interna dell’anca e rotazione esterna della tibia, combinata con ridotto angolo di flessione o iperestensione  del ginocchio e con il piede bloccato al suolo, situazione tipicamente riscontrata durante le fasi di decelerazione, cambi di direzione e ricaduta da un salto (Boden et al 2009; Quatman et al 2009; Myklebust et al 2003).

Il sesso femminile, rispetto all’uomo, presenta un minor controllo neuromuscolare, in quanto tende ad attivare in maniera diversa soprattutto il medio e grande gluteo, muscoli che svolgono un ruolo cruciale nel controllo dei movimenti dell’anca, soprattutto in situazioni dinamiche monopodaliche (Zebis et al. 2009).

Un altro fattore importante riguarda l’errata attivazione degli hamstrings: in particolare, alcuni autori hanno individuato nella donna una ridotta pre-attivazione del semitendinoso durante i cambi di direzione, aspetto che la espone a rischio di lesione (Zebis et al. 2009, McLean et al 2010).

In particolare, sembrerebbero essere meno attivati gli hamstrings  mediali, rispetti a quelli laterali, e il muscolo quadricipite, rispetto ai flessori, aspetto questo che ci consente di comprendere l’importanza della prevenzione, al fine di migliorare l’attivazione neuromuscolare dell’arto inferiore, soprattutto in situazioni tipiche di gioco e che sono considerate ad “alto rischio” (Hewett et al. 2005).

In aggiunta a questa errata attivazione dei muscoli flessori/estensori, la donna presenta una differenza di forza e potenza tra i due arti di circa il 20%, causando un netto squilibrio e asimmetria durante tutti i movimenti, manifestando così uno squilibrio e, perciò stesso, un fattore di rischio.(Myer et al. 2004; Hewett et al. 2009).

Un altro fattore importante riguarda il controllo del core. Sembra che la donna sia deficitaria nel controllo dell’unità centrale del corpo, in particolare del complesso coxo-lombo-pelvico, che causa inevitabilmente un’errata distribuzione del peso corporeo sugli arti inferiori (Zazulak et al. 2007) e di conseguenza un aumento del valgo fisiologico (Little et al. 2006). Da considerare che l’instabilità lombo-pelvica può essere causa oppure il risultato di infortuni (Mc Gill 2004).

Da qui si comprende l’importanza di un intervento di prevenzione, che non può e non deve prescindere da uno specifico lavoro sulla stabilizzazione del core, mediante esercitazioni di core ability, sia con esercizi a carico naturale sia con attrezzi, come le pedane destabilizzanti, al fine di migliorare l’aspetto propriocettivo e la corretta attivazione neuromuscolare. Alcuni studi riportano che l’uso di esercitazioni propriocettive e di balance training, sia “isolate” sia facenti parte di un programma con diverse componenti, possa ridurre i fattori di rischio (Caraffa et al. 1996; Holm et al. 2004).

Altro elemento da considerare, nella prevenzione, riguarda la pliometria, ovvero una metodica di allenamento di reattività muscolare, in cui si ha un rapido passaggio da una contrazione eccentrica ad una concentrica, attraverso lo sfruttamento del ciclo allungamento-accorciamento, in cui viene stimolata la tensione muscolare, tramite l’assorbimento dell’energia cinetica da parte del corpo e la sua successiva restituzione sotto forma di lavoro (Komi 2000).

L’allenamento pliometrico ha dimostrato essere uno dei metodi più efficaci per migliorare la potenza muscolare, in particolare se combinato con altri metodi per lo sviluppo della forza. (Alentorn-Geli et al. 2009). Infatti, la pliometria risulta efficace anche nella performance in particolare negli sport di salto e di sprint (Chu 1998; Markovic 2007). Sono molti gli studi che ci documentano l’effetto protettivo e preventivo delle esercitazioni pliometriche, specie se comprese in programmi definiti neuromuscolari, in particolare per gli infortuni al legamento crociato anteriore (Hewett et al. 1999; La Stayo 2003; Hewett et al. 2005, 2006).

Questo tipo di allenamento consente di avere un maggior controllo del corpo durante la flessione del bacino e delle ginocchia durante i salti e di ottenere una più equilibrata attivazione dei muscoli del compartimento sia laterale che mediale del ginocchio, offrendo così un più adeguato sostegno a tutto l’arto inferiore.

Nei programmi di prevenzione, è bene effettuare sedute di stretching dinamico, che sembrano influire positivamente sulla forza e l’agilità dell’atleta donna (McMillian et al. 2006; Myer et al. 2007).

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